Freitag - Tumblr Posts

Dicono che la mia Freitag sia un po' logora. E' solo wabi “…Non dico che abborriamo tutto quello che luccica; è tuttavia evidente che preferiamo, alle tonalità chiare, fredde e scintillanti, quelle un po’ offuscate, e caliginose. Nella pietra preziosa come nel vasellame, ci piacciono quei riflessi profondi e velati che sono inseparabili dalla patina del tempo. Fuor d’eufemismo, questa cosidetta patina altro non è che sudiciume accumulato nel corso dei secoli. Lustro delle mani la chiamano i Cinesi; noi Giapponesi la chiamiamo (con espressione analoga) nare. È lo sporco e l’untume di cui gli oggetti, toccati e accarezzati da molte mani, finiscono per impregnarsi con il passare degli anni. […] per essere veramente eleganti […] è necessario non temere la sporcizia. Spesso il pregio degli oggetti che chiamiamo belli e raffinati è costituito, almeno in parte, da una certa sordidezza, e da un certo grassume. Se dicessi che gli Occidentali fanno di tutto per asportare lo sporco dalla superficie degli oggetti, e che gli Orientali lo conservano con cura, come il più prezioso dei cosmetici, si penserebbe che intendo stupire con un’affermazione paradossale. Ma in essa v’è più di un grano di verità. Prediligiamo la patina del tempo, ben sapendo che è prodotta da mani sudate, da polpastrelli unti, da depositi di morte stagioni; la prediligiamo per quel lustro, e quegli scurimenti, che ci ricordano il passato, e la vastità del tempo. Vivere fra oggetti bruniti, e in una casa antica, ci trasmette un senso di pace profonda, e inesplicabilmente ci calma…” Jun’ichiro Tanizaki, Libro d’ombra.




Ho scritto altre volte delle mie inseparabili borse Freitag. Qui quando avevo deciso di mandare in pensione la prima di esse, cosa che non è mai accaduta. Ho portato con me la macchina fotografica tenendola in borsa e per uno strano caso lei ha iniziato a scattare. Non ho mai considerato il punto di vista della mia borsa. E' sempre con me e mi osserva. Quella inquadrata, infatti, è la punta del mio naso. Quando si parla dello spirito delle cose.
Nel precedente post parlavo di wabi-sabi, ovvero della bellezza delle cose imperfette. In Giappone la parola mono, <cosa> significa anche creatura. Nel pensiero giapponese non c’è una precisa linea di demarcazione tra gli oggetti e le creature viventi. Il cosmo è una struttura compatta dove ogni elemento partecipa all’insieme*.
Ecco, io vi partecipo con la mia borsa.
* Leonardo Vittoria Arena, Lo spirito del Giappone.
𝚋𝚎𝚟𝚎𝚛𝚍í...

@lamigliorepartedime