Istruzioni Per Luso Della Gioia



Istruzioni per l’uso della gioia
La gioia non è un risultato, un fatto, una cosa, un luogo. La gioia crea spazio, scioglie fa il vuoto. Per conservare la gioia non serve un barattolo, ma un patto, devi decidere che la gioia è la strada della tua vita. Dunque non cercare la gioia successiva, sappi che te ne basta una, una qualsiasi. Ecco, tienila, considera che è la tua casa. Il dolore arriverà, ma intanto sappi che la gioia scioglie nodi e questo non potrà farlo L’uragano del dolore, il dolore ti schiaccia, ti zavorra, ti fa un mendicante di pesi, mentre la gioia conosce solo l’alfabeto della leggerezza. Non pensarla la gioia, sentila, è una fioritura nella carne, è il maggio delle ossa, l’aprile degli occhi.
Franco Arminio
Auguri a Vincenzo e Zaira, oggi sposi a Santa Chiara a Napoli.
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Con La luna e i calanchi si chiude la mia stagione dei festival. Le foto del manifesto di quest’anno sono di David Ardito.
(In questo articolo del Corriere.it si racconta di 8 piccoli festival in piccoli paesi da non perdere. Curo la grafica di tre degli otto: La luna e i calanchi, Rocciamorgia e il Festival Troia Teatro)


Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l’ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d’Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell’ora, nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d’andare a desinare a metà del pomeriggio. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: – Ho detto che non voglio e non voglio! – e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave.
Questo articolo su La Stampa, ci ricorda che esattamente 250 anni fa, il piccolo Cosimo, ne Il barone rampante, decide di salire sugli alberi senza più scendervi. Questa è la copertina che realizzai per Sabina che aveva allora proprio l’età di Cosimo.
kou itten

kou itten in giapponese significa un’unica donna tra numerosi uomini. kou è il colore rosso e itten è il punto. In Giappone il colore nero spesso indica gli uomini e il rosso le donne. Presto fatto il logo di Maria.




Coglia Coglia (non staremo qui a spiegarne il significato) è il nome con cui era conosciuto confidenzialmente un locale storico a Giugliano in Campania. Dopo 25 anni questo luogo riapre grazie agli amici di Slow Lina. Erano in difficoltà sulla scelta del nuovo nome, perchè desideravano ricordarne la tradizione senza rinunciare ad esser contemporanei. COCO mi è sembrato il giusto compromesso.









E’ venuto a mancare John Friedman, importantissimo teorico della pianificazione urbanistica internazionale. Ho conosciuto John nel 2003 in un suo viaggio in Italia ed ebbi il privilegio di fargli da guida a Napoli. Possedeva una passione per la poesia come me. Ne scriveva e ne traduceva. Gli avevo mostrato alcuni miei lavori e mi chiese di curare la grafica per una sua traduzione di poesie di Federico Garcia Lorca Lamento per Ignazio Sanchez Mejias. Iniziai con lui una corrispondenza a tal proposito. Ero reduce da un corso di inglese e pensai di sfruttare quell’occasione per migliorare il mio inglese. Chiesi di rispedirmi indietro i miei messaggi corretti ed io avrei mandato a lui degli allegati. John fu davvero molto paziente. Il lavoro si è protratto per quattro mesi con una ventina di mie mail e altrettante sue di risposta. Si dissertava di tutto, con messaggi brevi e concisi. Poesia, zen, isole. Proprio in quel periodo stava scrivendo un suo libro sulla Cina. Ricordo che un mio allegato gli aveva fatto perdere un intero capitolo. Mi resi conto subito che questa corrispondenza si stava configurando come un vero e proprio libro e a un certo punto gli mandai la bozza di My mistakes. Ne fu divertito e credo anche preoccupato. La situazione si incrinò quando chiesi a sua moglie, Leonie, anche lei importante professoressa di Urbanistica, di scrivere la prefazione a My mistakes. Rispose che sicuramente mi sarebbe apparsa noiosa, ma proprio non aveva tempo per giocare. Proprio quell’estate avevo acquistato una T-shirt con la scritta Il tempo che trascorri giocando è tempo guadagnato. Le mandai una foto di quella t-shirt e l’intera pagina della traduzione della parola gioco del dizionario d’Inglese. Mi rispose che usò quella pagina per una sua lezione all’università. Piccola soddisfazione.